GIROLAMO ROMANINO
(Brescia, 1484 ca. – 1566 ca.)
Deposizione di Cristo nel sepolcro
Particolari del volto di Giovanni Evangelista e Giuseppe d’Arimatea
L’oramai imminente asta primaverile di Old Masters di Bertolami Fine Art (sarà battuta giovedì 27 aprile) continua a riservare sorprese. Ci eravamo lasciati segnalando la presenza in catalogo di un capolavoro inedito di Romanino, probabilmente il più importante dipinto posto in vendita negli ultimi anni da una casa d’aste italiana, e siamo costretti a ritornare sull’argomento da un gossip che ha preso alla fine la forma di una clamorosa attribuzione. In sintesi, sin dalla pubblicazione dell’asta, rumors internazionali hanno indicato in un piccolo olio su rame schedato dagli esperti di Bertolami come Scuola romana del XVII Secolo un possibile inedito di Artemisia Gentileschi, un mormorio talmente assordante da indurre studi più approfonditi sull’opera.
Abbiamo chiesto a Luca Bortolotti, responsabile del dipartimento di arte antica della casa d’aste romana, di raccontarci come sono andate le cose.
Tra i rischi che punteggiano l’attività di un esperto di dipinti di una casa d’aste c’è anche quello di malintendere l’opera sottoposta al giudizio di valutazione. Il pericolo nel quale è più frequente incorrere – e rispetto al quale siamo pertanto particolarmente avvertiti – è quello della sopravvalutazione, ma capita anche che un eccesso di prudenza conduca nella direzione della sottovalutazione. Questo è appunto il caso del delizioso piccolo rame raffigurante un fanciullo dormiente che in prima battuta abbiamo descritto come anonima produzione di cultura romana post caravaggesca.
Da qualche giorno, però, compare nella scheda inserita nel vostro catalogo un’attribuzione di peso: “Artemisia Gentileschi, Attribuito”. Quali nuovi elementi sono emersi per indurla a fare un nome così importante?
La trasparenza della vendita pubblica all’incanto è spesso la molla di nuove scoperte e significativi approfondimenti nel campo degli studi di storia dell’arte. Da quando poi le case d’asta si sono appropriate di tecnologie di vendita online tra le più innovative, ogni opera pubblicata nei nostri cataloghi è sotto gli occhi dei conoscitori e degli studiosi di ogni parte del mondo, una congiuntura davvero favorevole dal punto di vista scientifico. L’attenzione che gli esperti internazionali hanno da subito riservato a quel rettangolino di 13×18 cm ci ha ovviamente messo nella condizione di dover procedere a un approfondimento. Di concerto con i proprietari abbiamo ritirato il rame dall’asta per sottoporla a un’analisi in grado di supportare i rumors che arrivavano della comunità dei connoisseurs ed è emersa una corposa trama di relazioni con un piccolo rame analogo al nostro per qualità, soggetto e dimensioni acquistato dal Museum of Fine Arts di Boston nel 2022.
ARTEMISIA GENTILESCHI
(Roma, 1593 – Napoli, 1653)
Gesù Bambino dormiente
Olio su rame, 12.4 × 17.5 cm
Dal 2022 in collezione
Museum of Fine Arts, Boston
Il dipinto del MFA Boston è identico a quello posto all’incanto da Bertolami?
Il dipinto acquistato da MFABoston in un’asta Christies del 20 aprile 2022 differisce dal nostro per due elementi: il colore del cuscino su cui il fanciullo poggia la testa – verde il loro, rosso il nostro – e la presenza della firma “Arte. Gentilesca / fecit Napo”, laddove il nostro non reca invece iscrizioni di sorta.
“Fecit Napo”, è un’informazione importante.
Molto importante, visto che consente di collocare l’esecuzione del dipinto nel periodo della lunga permanenza napoletana della pittrice, iniziata, come è noto, nel 1630.
La comparsa sul mercato del dipinto MFABoston ebbe anche il non piccolo merito di aprire una significativa finestra su una produzione della Gentileschi di formato quasi miniaturistico e su rame, destinata a un elettissimo collezionismo privato.
Se gli studi di cui il nostro fanciullo dormiente sarà sicuramente oggetto dovessero confermare l’autografia di Artemisia, esso sarebbe il quarto esemplare conosciuto di questa tipologia di opere che fatichiamo a ricondurre a una pittrice generalmente associata a opere di grande dimensione.
PIETER DE JODE IL GIOVANE
Incisione dal prototipo di Artemisia Gentileschi
recante l’iscrizione
“Artemisia Gentilesca Pinxit Napoli”
Quest’invenzione del fanciullino dormiente col sesso in evidenza ebbe fortuna? Vedo che il MFABoston ne dà l’interpretazione di un Gesù Bambino.
Un’interpretazione plausibile. E sappiamo con certezza che quest’invenzione di Artemisia fu ripresa da due incisioni, di cui la prima eseguita da Pieter de Jode il Giovane che riporta l’iscrizione “ARTEMISIA GENTILESCA PINXIT NAPOLI”. Rispetto all’invenzione della pittrice l’incisore aggiunse la presenza di un teschio, con una contenuta ma radicale trasformazione dell’iconografia in un’Allegoria della morte: un significato ulteriormente rinforzato dall’iscrizione moralistica latina che accompagna il foglio. Un’altra incisione, presumibilmente ricavata da quella di De Jode, fu realizzata da Jean Ganière e pubblicata a Parigi nel 1640 dall’editore Quesnel.
Quindi, se Artemisia si trasferisce a Napoli nel 1630 e l’incisione di Ganière viene pubblicata nel 1640, il rame è stato dipinto negli anni ‘30 del XVII secolo
Si entro il 1637-38
In che rapporto può essere messo il rame di Boston, quello con il cuscino verde, con il rame Bertolami, che, ricordiamolo, presenta un cuscino scarlatto?
Fa bene a sottolineare l’elemento, tutt’altro che secondario, del colore del cuscino. Si dà infatti il caso che, nel corso degli studi che hanno scandagliato il dipinto di Boston, fosse emersa la registrazione di un dipinto raffigurante un putto che dorme nell’inventario post mortem del principe Flavio Orsini, stilato nel 1698, e che la descrizione del medesimo dipinto sia di nuovo presente nell’inventario, redatto nel 1723, dei beni lasciati dalla di lui moglie Anne-Marie de La Trémoille. In entrambe i casi viene specificato trattarsi di un rame di Artemisia Gentileschi, di misure simili al nostro, raffigurante un piccolo putto che dorme con la testa poggiata su un cuscino rosso.
Sì, gli stessi curatori del Museo di Boston citano gli inventari Orsini, sottolineando che la descrizione corrisponde a quella del rame di proprietà del Museo, tranne che per il colore del cuscino.
Esatto, dobbiamo ammettere che la nostra versione del rame, quella con il cuscino rosso, è più aderente alla descrizione degli inventari Orsini.
E possiamo immaginare che questo sia il motivo del clamore suscitato dalla comparsa sul mercato del vostro rame: all’improvviso era emersa una versione perfettamente coerente alla descrizione del dipinto in collezione Orsini.
Esatto. L’incrocio dei dati storici e filologici raccolti, oltre alla raffinata qualità del nostro piccolo rame, paragonabile all’esemplare oggi a Boston, non lascia indifferenti. E ha alla fine indotto anche noi, di concerto con la proprietà, a reinserire il Fanciullo dormiente in asta, riconducendolo, però, sia pur con la dovuta prudenza, alla mano di Artemisia.
E alzando la stima, un po’ ma non troppo, visto che è stata portata a 12.000/25.000 euro.
Numeri che allo stato attuale delle conoscenze sul dipinto vogliono dire poco. La verità è che il prezzo si formerà in asta. La gara sarà, come sempre, il momento della verità, quello in cui capiremo sino a che punto il piccolo mondo dei collezionisti di Old Masters sarà disposto a scommettere sul nome di Artemisia. Dopo di che la parola passerà agli esperti della pittrice per le approfondite analisi che questa deliziosa pittura su rame indubbiamente merita.
BERTOLAMI FINE ART
ASTA 256
DIPINTI, DISEGNI E UNA SELEZIONE DI SCULTURE E CORNICI
DAL XIV AL XIX SECOLO
27 aprile 2023 alle 15,00 CEST
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